Approfondimento alla Catechesi: “Essere casti è possibile?! Si, ed è anche necessario!”
di Padre Raimondo Marchioro
(Francescano conventuale)
La purezza nei “non sposati”.
I non sposati, coloro cioè che non sono legati da alcun vincolo né sacerdotale, ne religioso, né matrimoniale (celibi o nubili), se vogliono essere buoni cristiani e fedeli seguaci di Nostro Signore Gesù Cristo devono osservare la castità, evitando qualsiasi specie di peccato impuro contro il sesto e il nono comandamento (leggi qui), rispettando anche la pudicizia e la temperanza, per premunirsi contro eventuali tentazioni.
Ai non sposati, così come ai vedovi, nulla è lecito di quanto è permesso agli sposati; ad essi, pertanto, è proibito ogni atto genitale umano che deve svolgersi solo nel quadro del matrimonio (cfr. “Persona humana”, n. 7).
Anche per i non sposati vale l’insegnamento di S. Paolo, dato ai vedovi, che non possono/vogliono vivere in continenza, che cioè scelgano le nozze: “E meglio sposarsi che ardere (nell’Inferno)“ (1Cor. 7,9).