L’ ATTO INCESSANTE D’AMORE

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Suor Maria Consolata Betrone

«Da questo abbiamo conosciuto quanto Dio ha amato il mondo: che ha sacrificato il suo Figlio unigenito, affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna» (Gv. 3, 16). «Dio è amore; e chi sta nell’amore, sta in Dio e Dio in lui» (1 Gv. 4, 16).

1. Chi sta nell’amore?
a) Chi osserva i comandamenti
Come Gesú che disse di sé: «Quello che piace a lui, io faccio sempre» (Gv. 8, 29) e lo fece fino a morire sulla croce per salvare noi. A quanti vogliono amarlo egli ripete: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, è quello che mi ama; e chi ama me, sarà amato dal Padre mio, ed io pure lo amerò, e gli manifesterò me stesso» (Gv. 14).
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e dimoreremo presso di lui» (Gv 14).
«Se rimanete in me e rimangono in voi le mie parole, domanderete quello che vorrete e vi sarà fatto … Perseverate nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, persevererete nel mio amore» (Gv. 15, 7-10).
b) Chi prega
Pregare è pensare a Dio amandolo e dialogando con lui. Gesú ce ne ha dato l’esempio, sia pregando con gli apostoli, sia andando molto spesso nel deserto o nel monte a pregare, sia passando le notti in preghiera (Lc. 6)
Quanto più si ama una persona, tanto più si vuole stare con lei; se la si ama moltissimo si vorrebbe stare sempre con lei; se non la si ama, non si vede l’ora di sbarazzarsene. Chi non ama Gesù, non prega mai, eccetto se ha bisogno di qualche grazia; chi lo ama poco, prega poco e non vede l’ora che finisca la preghiera o la Messa. Chi lo ama moltissimo, non si annoia mai di Gesù; vorrebbe stare sempre vicino a lui; vorrebbe stare sempre in preghiera, anche solo silenziosa o contemplativa; fa più spesso che può la comunione! Gesù, volendoci spingere a un grande amore, e cioè volendoci grandi e santi, ci ha raccomandato: «Bisogna pregare sempre, e non stancarsi mai» (Lc. 18, 1).
c) Chi ama il prossimo
Al fariseo che gli chiese quale fosse il massimo comandamento, Gesú rispose: «Il massimo e primo comandamento è questo: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze. Il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mc. 12, 30). Dice s. Giovanni: «Fratelli, amiamoci l’un l’altro, perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Colui che non ama, non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. E l’amore di Dio verso di noi si è dimostrato in questo: nell’avere il Padre mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi avessimo la vita per mezzo di lui… Carissimi, se Dio ci ha amato tanto, anche noi dobbiamo amarci l’un l’altro » (1 Gv. 4, 7).
E come Gesù ha preso su di sé tutti i peccati degli uomini e si è sacrificato per salvarci, come prende su di sé tutte le sofferenze umane, identificandosi e soffrendo con tutti i lebbrosi, con tutti gli affamati, con tutti i poveri, con tutti gli ammalati e sofferenti di ogni tipo; così il vero discepolo di Gesù sente in sé le sofferenze degli uomini, piange con chi piange, soffre con chi soffre, porta aiuto dovunque può, e soprattutto si sforza con tutti i mezzi di salvare tante anime dall’estrema sventura, l’inferno.

2. Nulla ha valore senza la carità
«Quand’anche io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho carità, io sono un bronzo che suona o un cembalo che squilla. Di più, avessi pure il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e avessi una fede tale da trasportare le montagne, se non ho carità, io sono un niente.
Anzi, se distribuissi anche tutti i miei beni ai poveri, e dessi il mio corpo ad essere bruciato, se non ho carità, tutto questo non mi giova a niente. La carità è longanime, la carità è benigna, non è invidiosa, la carità non si vanta, né si insuperbisce; non rifiuta nessun servizio ai fratelli, non cerca il proprio interesse, non si irrita; non tiene conto del male che riceve; non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità, tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor.13,1-7). Nulla ha valore senza la carità. Tutto, anche la cosa piú piccola, acquista valore dall’amore nei confronti di Dio; ossia, quando ogni cosa che facciamo è fatta per Cristo, con cristo ed in Cristo!.
Disse un giorno Gesú a Suor Josepha Menendez: «Ogni piccolo sacrificio offerto a me con amore, diventa nelle mie mani mezzo per Salvare qualche anima».
Intuì un giorno queste verità la piccola Suor Teresa del Bambino Gesù; essa, credendo che si poteva raggiungere la santità soltanto facendo grandi penitenze, s’era messa a farle. Ma, caduta poco dopo ammalata, ebbe proibito dalla superiora di fare qualunque penitenza.
La santa a principio si mise a piangere, pensando che non avrebbe piú potuto raggiungere la santità; ma poco dopo intuí che avrebbe potuto raggiungere lo stesso effetto facendo innumerevoli piccoli sacrifici e facendo tutto con grande amore. E cosí fece; e divenne la santa che è.

3. Valore dell’atto d’amore
a) Un atto d’amore di Dio è l’azione più grande e più preziosa che possa essere compiuta in terra; e nello stesso tempo è la cosa più semplice che si possa fare! Basta dire o anche solo pensare: «Mio Dio, ti amo»; oppure «Gesú mio, ti amo!».
“Il più piccolo atto di perfetto amore di Dio ha maggiore importanza agli occhi di Dio, maggiore utilità per la Chiesa e per l’anima stessa che lo fa, di tutte le altre opere puramente esteriori messe insieme” (S. Giovanni della Croce).
b) Un atto di perfetto amore di Dio riconcilia immediatamente l’anima con Dio, anche la piú aggravata di peccati, ancora prima dell’assoluzione sacramentale, purché si abbia la volontà di confessarsi (Conc. Trid. sess. 14A)
c) Ogni atto d’amore di Dio ci merita un aumento di grazia santificante, e quindi di gloria in cielo.
d) L’atto d’amore di Dio, semplicemente interno, oppure esterno a modo di giaculatoria, purché sempre vivificato dall’amore interno, è l’azione più facile e più breve che si possa fare, senza che alcuno se ne accorga, in ogni momento e in ogni circostanza; basta un attimo di tempo. Dio è sempre presente in attesa affettuosa di ricevere dal cuore della sua creatura questa espressione di amore.
e) L’atto d’amore di Dio può essere accompagnato da un forte sentimento e da un forte trasporto interno; può anche essere fatto senza sentire assolutamente nulla; ed ha lo stesso valore. Per amare Dio basta soltanto volerlo amare. Amare non è sentire di amare, ma voler amare.
Quando il missionario o la missionaria curano il lebbroso, anche se non sentono simpatia per lui, anche se sentono tanto ribrezzo per le sue piaghe, esercitano un amore purissimo.
f) L’anima più semplice e sconosciuta da tutti, che fa più atti di amore di Dio, è molto più utile alle anime e alla Chiesa di chi opera azioni grandiose con meno amore.
g) L’atto frequente d’amore è il mezzo più efficace: per santificarci; per convertire i peccatori; per salvare i moribondi; per liberare le anime del purgatorio; per sollevare gli afflitti; per aiutare i sacerdoti; per frenare il potere di Satana; per aiutare le anime e la Chiesa; per evitare il peccato; per vincere le tentazioni. Moltiplicare durante la giornata tali atti d’amore, significa far diventare preziosissima la nostra vita, anche se esteriormente inutile. Un atto d’amore di Dio vale più di tutto l’oro della terra.

4. Promesse di Gesù a Suor Consolata
Suor Consolata Betrone fu una clarissa cappuccina, morta in concetto di santità il 17.4.1946 nel convento di Testona a Torino. Gesù le rivelò questa giaculatoria: «Gesù, Maria, vi amo; salvate le anime»; e le fece, in merito, queste promesse:
– “Ricordati che un atto d’amore «Gesú, Maria, vi amo; salvate le anime» decide l’eterna salvezza di un’anima… Non perdere tempo. Ogni atto d’amore è un’anima… Solo in Paradiso ne conoscerai il valore e la fecondità per salvare le anime”.
– “Consolata, dimmi, che preghiera più bella puoi farmi? «Gesù, Maria, vi amo, salvate anime»: amore e anime. Che cosa vuoi di più bello?”
– “«Gesù, Maria, vi amo, salvate anime» comprende tutto: le anime del purgatorio, come quelle della Chiesa militante; le anime innocenti e quelle colpevoli; i moribondi, gli atei, ecc., tutte le anime”.
– “Fa’ sempre tale atto d’amore: quando siedi e quando cammini, quando lavori e quando riposi, di giorno. e di notte; fallo anche solo col pensiero ad ogni respiro. In tale atto incessante d’amore c’è racchiusa tutta la santità”.
– “Consolata, di’ alle anime che preferisco un atto d’amore e una comunione di amore a qualunque altro dono che possono offrirmi, perché ho sete di amore. Sono venuto a portare il fuoco e cosa altro voglio se non che si accenda?” (Lc. 12, 49).
– “Consolata, di’ al mondo quanto sono buono e materno, e come dalle mie creature io chiedo solo e sempre amore. Oh, potessi scendere in ogni cuore e versarvi a torrenti le tenerezze del mio amore!”
– “Io bramo essere servito dalle mie creature per amore. Ora evitare il peccato per timore dei miei castighi non è quello che bramo. Io voglio essere amato, io voglio l’amore dalle mie creature; quando mi ameranno, non mi offenderanno piú”.
– “Metti tutta l’attenzione nel dovere attuale per compierlo con tutto l’amore possibile. Trasforma tutte le cose disgustose che incontri nel cammino in roselline; raccoglile con amore e offrimile con amore; allora anche i vostri nonnulla mi diventeranno preziosi”.

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